Ancora stordita e stanca dopo questi intensissimi tre giorni provo
a raccontare quello che ho visto e provato durante questa esperienza di
accoglienza e assistenza profughi.
Nel giro di pochi giorni,all'improvviso, la città di Taranto si è
trovata a dover far fronte all'emergenza sbarco clandestini. Ben tre navi della
marina militare hanno portato in città non meno di 2500 profughi provenienti
dalla Siria,dalla Palestina, dal Ghana,dall'Eritrea e da tanti altri paesi nord
africani.... Uomini, donne,bambini di ogni età, ragazze incinta,minori senza
genitori...tutti sono scesi a Taranto mezzi impauriti e confusi e tutti sono
stati accolti da quella parte di città che mi fa sentire fiera ed orgogliosa di
appartenervi.
Con poca anzi pochissima coordinazione da parte di chi avrebbe
dovuto in qualche modo gestire la situazione, io e tanti altri semplici
volontari ci siamo letteralmente rimboccati le maniche e siamo scesi in campo
per poter dare a questa gente un minimo di accoglienza e assistenza senza aver
dimenticato che anche loro,come noi, sono PERSONE e non bestiame da dover
trascinare da una parte all'altra del paese. Siamo stati inondati di generi di
prima necessità da parte di tantissimi cittadini: vestiti,scarpe,generi
alimentari,prodotti per l'igiene della persona....a volte in questi giorni mi
capitava di osservare la montagna di roba accatastata in quello che abbiamo
fatto diventare una sorta di magazzino e pensavo tra me e me "che
meraviglia i miei concittadini"!
Abbiamo fatto davvero di tutto! abbiamo pulito la struttura per
renderla dignitosa e accogliente, abbiamo creato un servizio mensa per dare a
ognuno di loro un pasto caldo e qualcosa da bere, abbiamo lavato i bambini
dalla testa ai piedi, li abbiamo fatti giocare, e qualcuno di loro lo abbiamo anche
fatto addormentare noi, cullandolo come se fosse stato figlio nostro, perchè
quei bambini erano un po' tutti figli nostri.
Non mi va di raccontare anche le tante schifosissime situazioni
alle quali sono stata costretta ad assistere, vorrei che questo post risalti la
bellezza e l'impegno che noi tutti abbiamo messo e continueremo a mettere anche
per i prossimi sbarchi, perchè da domani ce ne saranno altri.
Di tutte le persone che ho conosciuto in questi giorni, di tutti
quei volti, quegli occhi e quegli sguardi pieni di sofferenza e di
riconoscenza, sono tre i visi che probabilmente non scorderò mai più per il
resto della mia vita:
i primi due sono quelli di due ragazzi siriani, marito e moglie,
lei al settimo mese di gravidanza completamente avvolta da un vestito nero
caldo e pesante che le lasciava libero solo il volto, lui un giovane ragazzo
prossimo a diventare papà con uno sguardo tra i più tristi che io avessi mai
visto. Mi sono accorta di loro perchè erano a pochi passi da me, sugli spalti
del palaricciardi mentre scavavano tra i vestiti accatastati lì davanti a noi.
Mi sono avvicinata a loro e in un mezzo inglese e mezzo arabo ho chiesto se
avessero bisogno di aiuto, e lei timidamente mi ha fatto capire che cercavano
qualche vestitino non per loro, ma per il piccolo che dovrà nascere in Olanda,
perchè è lì che volevano arrivare. "for the baby, for the baby" e si
accarezzava la pancia, mi guardava e sorrideva....e mi è venuto un nodo in gola
incredibile. A quel punto l'unica cosa che potevo fare era prendere uno
zainetto e riempirlo di tutine, bavette, e vestitini per quel piccolo esserino
che ancora doveva venire al mondo, poi ho preso un biberon ancora nella
confezione, un ciucciotto, un po' di prodotti che le potevano servire durante
il viaggio e ho dato a loro questo zainetto riuscendo a dire solo "good
luck and good life", non credo mi abbiano capita, erano siriani e
parlavano solo l'arabo ma mi hanno sorriso entrambi e questo mi basta e avanza
come risposta.
E infine, per ultimo non dimenticherò mai il viso dolcissimo del
piccolo che ho in braccio nella foto sottostante. Ultimo di cinque fratelli è
stato da subito la mascotte del palaricciardi semplicemente perchè appena ti
guardava rideva, senza un dente, ma con due occhi neri meravigliosi ai quali
nessuno ha saputo resistere. Ci siamo presi cura di lui alternandoci, lo
abbiamo nutrito,lavato,vestito,fatto giocare e infine addormentato in un
lettino d'emergenza che qualche santa mamma ha portato alla palestra. Lui e la
sua famiglia sono andati via ieri pomeriggio, in silenzio da soli alla volta di
Milano per poi proseguire verso chissà quale nazione europea. Non lo rivedrò
mai più ma sono felice di avere questa foto dove lo stringo forte a me,perchè
guardandola potrò sempre rivivere i meravigliosi momenti di gioia passati
insieme e ricordarmi per sempre di lui.
per gentile concessione
copyright Videom Francesco